CALCHI MEDIANICI

Su Apparizioni Apporto Corrispondenze incrociate Calchi medianici Identificazione spiritica Impronte infuocate Infestazioni Materializzazioni Xenoglossia

                              ( Vedere foto a fondo pagina )

  I calchi medianici, sono riproduzioni  di parti anatomiche, in genere dita, mani, piedi e, in alcuni casi, volti, ottenute versando del gesso liquido in stampi di paraffina. La tecnica è la seguente: si prepara una bacinella di acqua molto calda e vi si versa della paraffina che, il calore, mantiene allo stato liquido. Affianco a questa se ne prepara una seconda con acqua fredda. Durante le sedute a materializzazione si invitano le presunte Entità ( a volte sono loro stesse che,spontaneamente,propongono l’esperimento) a immergere le mani o i piedi nella paraffina bollente fino a quando non si ricoprono di una leggera pellicola. A questo punto li si fa immergere nell’acqua fredda per farla solidificare. L’operazione viene ripetuta più volte, paraffina acqua fredda,paraffina acqua fredda fino a quando,la pellicola stessa,non raggiunge lo spessore di circa un millimetro. E adesso viene il bello. Infatti,nella stragrande maggioranza dei casi,lo stampo,risulta essere,nella parte superiore,molto più stretto di quella centrale o inferiore ( il polso rispetto alla mano,specialmente quando le mani sono due e ,addirittura,intrecciate tra loro,il collo del piede rispetto al piede stesso e così via) e,di conseguenza,non ci dovrebbe essere, teoricamente,nessuna possibilità di estrarre l’arto senza rompere il fragilissimo guanto,a meno che… GLI ARTI NON VENGANO SMATERIALIZZATI NEL GUANTO STESSO. Infatti,a quanto sembra,avviene esattamente questo. Le Entità, non solo svuotano gli stampi in questa singolare maniera ma ne accelerano, anche,il raffreddamento in modo che,invece della mezz’ora circa che normalmente ci vorrebbe, i guanti vengono consegnati,assolutamente integri e solidi, in meno di due minuti,nelle mani degli sperimentatori.I calchi,così ottenuti, risultano essere riproduzioni perfette, fin nei più piccoli dettagli e particolari, degli arti usati. Le vene, le rughe della pelle,le unghie,le macchie in caso di Entità manifestatesi con le sembianze di persone anziane ecc.

Questo metodo fu ideato,per la prima volta, nel 1875, dal Prof. DENTON con la signora MARY M. HARDY, ottenendo i primi calchi di dita umane. Il Denton, pensò di mettere, la bacinella con la paraffina, sotto il tavolo e di coprirla con una tovaglietta. Durante la seduta si udì un certo diguazzare e, dopo poco, la medium cominciò a trarre, da sotto il tavolo, sottilissimi stampi di paraffina che risultarono essere di dita di varia grandezza: dall’indice di un bambino a un pollice enorme,grosso due volte più del normale. Gli stampi erano interi, come se, le dita, si fossero smaterializzate all’interno. Per garantirsi da eventuali trucchi, anche se estremamente improbabili, il Denton cominciò a mettere, la bacinella, molto distante dalla medium, a pesare la paraffina prima e dopo la seduta, per verificare eventuali differenze di peso e a chiudere, la bacinella, in una grata di ferro. Un altro sperimentatore, a NEWCASTLE, il BARKAS,per controllare l’autenticità del fenomeno, con la medium FAIRLAMB, mischiò, alla paraffina, una polvere rossa, che fu poi ritrovata, puntualmente, anche negli stampi. Dimostrando, così, che questi, non erano stati preparati, in precedenza, dalla medium stessa.

Gli esperimenti del Denton, furono ripetuti, in America, con la stessa medium e gli stessi risultati, da EPES SARGENT e, in Inghilterra, da WILLIAM OXLEY con ELISABETTA D’ESPERANCE. In seguito, molti medium, sempre controllatissimi, ottennero ottimi risultati come la signora FIRMAN, MONCK,FAIRLAMB,EGLINTON ecc.

Alcuni, tra i più belli di questi calchi, furono ottenuti dal Prof. GELEY con il medium FRANEK KLUSKI a Varsavia. Ad una raccolta di calchi, che intendeva portare, con sé, da Varsavia a Parigi, Geley dovette la sua tragica morte: il pilota dell’aereo di linea che doveva prendere, saputo ciò che, la sua valigia, conteneva, si rifiutò di partire con quella stregoneria che doveva, sicuramente, portare disgrazia. Geley prese, allora, un aereo privato, che precipitò poco dopo il decollo.

Un cenno particolare , lo dobbiamo, ai calchi ottenuti dal Cav. CHIAIA, con la medium EUSAPIA PALADINO  e, dal Dott. NICHOLS con EGLINTON. Cominciamo col Cav. Chiaia  ed Eusapia.  Sono otto impronte di viso ottenute, non con stampi di paraffina, ma nell’argilla. Lasciamo la parola allo sperimentatore: “ Ho ottenuto queste impronte nell’argilla degli scultori. Mettendone una superficie di 30 o 40 centimetri per 8 di altezza in un grande vaso il cui peso totale variava dai 25 ai 30 chilogrammi. Vi faccio notare il peso per farvi capire l’impossibilità di sollevare e trasportare, con una sola mano ( ammettendo che Eusapia possa, a nostra insaputa, liberare una delle sue mani, come pretendono i nostri avversari ) un recipiente così pesante. In quasi tutti i casi, infatti, questo vaso, messo sopra una sedia ad un metro di distanza dalla medium, è stato trasportato e poggiato dolcemente sulla tavola intorno alla quale eravamo seduti. L’apporto avveniva con tale delicatezza che, le persone che componevano la catena e tenevano le mani di Eusapia, non udivano alcun rumore, né percepivano il minimo fruscìo. Siccome sperimentavamo nell’oscurità, non ci rendevamo conto dell’arrivo del recipiente sulla tavola che dai sette colpi che, secondo la nostra convenzione, JOHN ( lo Spirito guida della medium ) batteva sul muro per avvertirci che potevamo accendere il lume. Allora scorgevamo sull’argilla l’impronta, che supponiamo fatta prima del trasporto, dietro Eusapia, nel gabinetto nero dove John, abitualmente, si manifesta e si materializza “.

(Spiritismo di A. Pappalardo,pag.202/203 )

Passiamo al Dott. Nichols con Eglinton. Parla il Dott. Nichols:

“ Il signor Eglinton prese posto dietro una tenda che isolava una parte della stanza dall’una all’altra estremità. Egli era seduto al centro, nel punto in cui le due metà della tenda si riunivano; e in faccia a lui, di qua della tenda, si pose il dottor FRIESE, che teneva le mani del medium. Il gas ardeva chiaro, e noi potevamo vederci bene gli uni gli altri. Tutto essendo pronto, portai i secchi che si trovavano nella mia stanza, l’uno d’acqua fredda,l’altro d’acqua calda con paraffina fusa, e li posi in un canto, dietro la cortina, a circa sei piedi ( circa due metri ) da Eglinton, di cui le mani erano tenute, come ho già detto, dal dottor Friese.

“ Gli invitati si sedettero in semicircolo, il più lontano possibile dalla cortina. Ciascuno di noi era distintamente visibile; nessuno presso i secchi, né alcuno avrebbe potuto avvicinarsi ad essi. Dopo alcuni istanti udimmo delle voci uscire dal luogo in cui si trovavano i secchi, come anche sentimmo l’agitazione dell’acqua, e subito dopo dei picchi di avvertimento. Allora io mi avvicinai e ritirai i secchi da dietro la cortina.

Sull’acqua fredda vi erano due pezzi di paraffina solidificata, di cui uno aveva la forma di un guanto bianco, spesso, come di alabastro; l’altro rappresentava qualcosa di analogo, ma molto più piccola. Presi il più grande e mi accorsi che era vuoto ed in forma di mano umana. L’altro era il modello di una mano di bambina… Portai i due secchi nel mio gabinetto da studio, lasciando il modello a galla sull’acqua. Chiusi le porte e presi con me la chiave.

L’indomani ci procurammo del gesso molto fino e lo versammo nella grande forma. Per estrarre la prova bisognò sacrificare il modello. Questo getto della mano di mia figlia Willy, con le sue dita lunghe ed affusolate e il movimento grazioso che essa aveva fatto tuffandosi nella paraffina in fusione, calda quasi come l’acqua bollente, io l’ho ancora oggi sul mio caminetto, sotto un bicchiere. Tutti si meravigliano della somiglianza di questo modello con la mia mano, quando la tengo nella stessa posa, a parte l’enorme differenza nelle dimensioni. Questa mano non ha niente della forma convenuta, che è creata dagli scultori: è una mano puramente naturale, anatomicamente corretta, mostrante ciascun osso e ciascuna vena e le minime sinuosità della pelle. E’ proprio la mano che conoscevo così bene nella sua esistenza mortale, che io ho tante volte palpata, allorchè mi si presentava materializzata.”

Ma ancora più interessante è la testimonianza del dottor Friese, specialmente in questo stralcio:

“ La cortina, composta di due parti congiungentesi in mezzo, era alta due metri. Avendo Eglinton preso posto dietro la cortina, mi si propose di sedermi di fronte a lui, di qua dalla cortina e tener fortemente le sue mani. Il gas era largamente aperto… Prese che ebbi le mani di Eglinton, udimmo dietro la cortina la voce penetrante di JOEY ( una delle guide di Eglinton ) dar gli ordini:

“ Tuffa la mano. Così. Ancora. Ecco. Ora, presto nell’acqua! –

La stessa voce diede ordine di ripetere il processo:

“- Più profondamente! Che? E’ troppo calda? Che sciocchezza! Immergi dunque più giù; così. Ora di nuovo nell’acqua fredda, e poi ancora nella paraffina –

Indi intesi l’urto prodotto dal modello  nel fondo del secchio.”

Sulla genuinità del fenomeno, oggi, non vi sono più dubbi.

.