APPORTO

Su Apparizioni Apporto Corrispondenze incrociate Calchi medianici Identificazione spiritica Impronte infuocate Infestazioni Materializzazioni Xenoglossia

APPORTO – ASPORTO

DI OGGETTI – PIANTE – ANIMALI E… MEDIUM  ( Vedere foto a fondo pagina )

 

 Riportiamo la descrizione di questo straordinario fenomeno dal volume “ L’ALTRO REGNO “ , Enciclopedia di Metapsichica a cura di U. Déttore:

Sono fra i più sconcertanti fenomeni paranormali di carattere fisico, appartenenti al gruppo dei cosiddetti fenomeni corpuscolari. L’apporto consiste nella penetrazione di un oggetto, una pianta o addirittura un essere vivente, in uno spazio chiuso, spesso in piena luce, o nella sua improvvisa comparsa in uno spazio aperto, quasi sempre alla luce del giorno. Poiché l’oggetto non viene creato ma preso da una località più o meno vicina al punto di arrivo, ad ogni apporto corrisponde, di conseguenza, un asporto, ossia l’improvvisa scomparsa di un oggetto che viene “asportato “ in altro luogo. Chi produce questo fenomeno è in genere un medium, per lo più in stato di trance, sia direttamente, sia con l’aiuto di una personalità medianica che, di norma, afferma di essere un’entità disincarnata, ossia lo Spirito di un defunto. In occidente il fenomeno fu osservato per la prima volta da G. P. Billot il 5 marzo 1919: si trattò di un apporto di reliquie ossee di martiri avvolte in un pacchetto di carta.

Alcuni autori sostengono che i fenomeni di apporto e asporto non sono stati ancora provati in modo definitivo, ma si tratta di una diffidenza scientifica non giustificata. Quasi tutti i grandi medium a effetti fisici hanno prodotto fenomeni di apporto severamente controllati da sperimentatori che erano anche eminenti uomini di scienza. I fenomeni sono stati prodotti in tutte le maniere: al buio completo con il medium completamente legato alla poltrona, alla luce del gas, alla luce elettrica, a quella del giorno, a richiesta inaspettata degli sperimentatori e dei partecipanti, con arrivo istantaneo ( in questo caso, se si trattava di oggetti, si riscontravano caldissimi al tatto ) o lentamente, a mezz’aria, davanti agli occhi sbalorditi dei presenti.

Gli apporti, come abbiamo detto, possono interessare non solo oggetti inanimati ma anche piante o esseri viventi; riporterò, di seguito, alcuni casi delle varie categorie.

1 – APPORTO DI UN PANE ( da IPOTESI SPIRITICA E TEORICHE SCENTIFICHE di E. Bozzano – pag. 197 )

     Si fu in casa dell’amico signor Felice Avellino, egli pure consocio del Circolo Scientifico Minerva, che il seguente fenomeno di apporto, accompagnato da circostanze affatto nuove e curiose, ebbe a realizzarsi.

Desiderando egli conseguire manifestazioni di carattere intimo, aveva disposto onde avere una seduta privatissima in casa propria. A tale seduta non assistevano se non che la propria sorella e la signorina R. Controllavano la medium, da una parte il signor Avellino, dall’altra la sorella di lui. Or ecco, a un dato momento, piombare dall’alto con tonfo rumoroso in mezzo al tavolo, un alcunché di grosso e di pesante. Volendo il signor Avellino rendersi esatto conto dell’accaduto, libera egli la propria mano, e procede a indagare a tentoni. Non tarda a cadergli sottomano un qualche cosa di voluminoso, ch’egli identifica senz’altro per un grosso pane foggiato a quattro corni.

Gioverà rilevare  a questo punto, come la stanza si trovasse ad essere ermeticamente chiusa, e come nella casa non vi fosse nessuno, poiché la famiglia dell’amico Avellino, comprese le persone di servizio, si trovava in campagna. Desiderosi i presenti di poter vedere e analizzar meglio tale curioso apporto, chiedono a John permesso di far luce; il che viene accordato. Ma con sorpresa generale, non sì tosto la luce è fatta, nulla è dato vedere, nulla esiste di fatto sul tavolo. Si cerca, allora, al disotto di esso,si rovistano gli angoli più reconditi della stanza, si procede, infine, a frugare per bene la persona della medium; tutto riesce inutile; il pane è scomparso. Si ricorre in ultimo a John, domandando se per avventura fosse stato lui a trafugarlo. Viene tosto risposto affermativamente. Il signor Avellino prega allora John di volerglielo riportare, desiderando egli di farlo vedere ai propri parenti, nonché agli amici. Al che viene soggiunto tiptologicamente nel modo curioso seguente:” Appartiene al fornaio qui vicino, se ti preme riaverlo, dammi due soldi “. Il signor Avellino estrae immediatamente la moneta richiesta. Mediante i soliti cinque colpi si domanda l’oscurità. Si obbedisce, e in pari tempo si rifà la catena. Il signor Avellino, controllando l’Eusapia con la sinistra, e stringendo fra le dita della mano destra la moneta da due soldi, porta in alto il braccio quanto più gli è concesso. Ed ecco una mano scendere dall’alto e strappargli di fra le dita la moneta. Trascorrono brevi momenti, e un tonfo rumoroso, identico a quello già sentito, percuote e fa vibrare il piano del tavolo. Si rifà la luce; il pane è lì; la moneta è scomparsa, e non fu più possibile rinvenirla.

Questa sorta di “ etica “ dimostrata da John, nel voler pagare il pane al legittimo proprietario, non è affatto rara ma, direi quasi, una costante in circostanze come questa. A dimostrazione di questo riporterò un secondo caso, riferito dal prof. Charles Richet a Ernesto Bozzano. Lo rilevo dal volume  “ DEI FENOMENI D’APPORTO “ dello stesso Bozzano – pag. 121

2 - FIORI – SOLDI E UN … BAMBINO

  Relazione del Visconte Saul De Vitray – Sègur

Queste le manifestazioni che si realizzarono a Buenos Aires nell’anno 1891. Ci riunivamo in quattro per interrogare il tavolo; esercizio da noi considerato quale un semplice passatempo. Le sedute avevano luogo in una vasta camera debolmente illuminata dalla luminosità esterna; ciò che determinava un’oscurità relativa la quale permetteva il controllo rispettivo dei nostri movimenti. Nel corso di una di tali sedute venne a posarsi sul tavolino una grossa manciata di freschissime “ violette di Parma “; fiori e steli erano tra di loro intersecati. Potevano benissimo pesare un chilogrammo. Domandammo al tavolo l’origine di un simile regalo in pieno inverno, e venne risposto che le violette provenivano da “ Mar de Plata “, il ritrovo estivo dei cittadini di Buenos Aires, lontano più di 250 chilometri dalla capitale. In presenza del nostro stupore, il tavolo aggiunse: “ Per fare penetrare nella camera i fiori, ne decomposi la materia, per poi ricostituirla “. Tale spiegazione accrebbe il nostro interessamento; per cui domandammo:” Apportaci un biglietto di banca “. Trascorsi brevi momenti, un colpo secco ci avvertì del fenomeno compiuto. Rinvenimmo infatti sul tavolo un biglietto di banca nuovissimo, da 5 centavos: taglio minimo della moneta dell’epoca. Era già un bel risultato; ma noi chiedemmo subito:” Ora apportaci un biglietto di banca da 1000 piastre “. A tale richiesta il tavolo rispose:” Non lo posso, poiché sarebbe un furto. Vi apportai un biglietto da 5 centavos, che presi nella cassaforte di una banca, perché ritengo insignificante il danno cagionato; ma per una somma importante io non posso operare “.

Incoraggiati dai risultati ottenuti, noi continuammo a interessarci al gioco; e, dietro richiesta, gli oggetti più diversi esistenti nella camera spiccavano il volo e venivano a posarsi sul nostro tavolino. Quando il lieve rumore prodotto dall’oggetto apportato ci avvertiva che il fenomeno era avvenuto, si accendeva uno zolfanello e si riscontrava il prodigio. Dietro nostra richiesta, i medesimi oggetti, consistenti in ninnoli di ogni sorta e in chiavi delle serrature, tornavano a riprendere i loro posti. Avveniva qualche volta che alle nostre richieste troppo perentorie non si rispondeva per parecchie ore; ma la lunga attesa non ci stancava, e si proseguiva nel nostro passatempo interessante. In una di tali sedute, la quale durava da tre ore, e si era protratta fino alle undici della sera, il tavolo, evidentemente indispettito per la nostra insistenza, ci ordinò:” Andate a cenare; poi tornate qui.”

Ci alzammo ridendo e scherzando, dirigendoci alla sala da pranzo, situata in fondo ad un’infilata di camere, di cui la prima era la nostra camera da letto, che in pari tempo era quella delle nostre sedute. Ivi si trovava addormentato il nostro bimbo, nel suo lettuccio in ferro circondato da un’alta spalliera. Il nostro piccolo Paolo, che la guerra del 1914 doveva toglierci per sempre, aveva allora nove mesi, e non camminava ancora.

Per meglio apprezzare quanto seguirà, premetto ch’io avevo congedato la bambinaia, e che nell’appartamento non dormivano domestici. Noi quattro evocatori dello “ spirito “ eravamo soli col bimbo in quella casa.

Finita la cena, io presi una lampada a petrolio, e precedendo gli altri, mi avviai verso la camera delle sedute, in cui, come dissi, avevamo lasciato addormentato il nostro bimbo; quando improvvisamente scorsi nella camera adiacente, accoccolato presso una sedia, nel mezzo della camera, il mio piccolo Paolo, con gli occhi chiusi, piagnucolante nel sonno.

Tale spettacolo inaudito, strappò a noi tutti esclamazioni di terrore. Palesemente il piccolo essere era stato trasportato in quel punto da una “ forza ignota “. Questo evento imprevisto e preoccupante, fu cagione che desistemmo per sempre dalle nostre esperienze.

( Firmato: Visconte Saul De Vitray – Sègur )

3 – CAMPANELLO IN VOLO – Dal Volume “ DEI FENOMENI D’APPORTO “ di E. Bozzano – pag. 19

     Riferisco ancora quest’altro interessante episodio dell’apporto di un campanello. Stainton Moses scrive:

“ Nella seduta del 28 agosto 1873 sette oggetti tolti da camere diverse furono apportati; e il giorno 30, ne furono apportati altri quattro, fra i quali un campanello, tolto dalla sala da pranzo, contigua alla sala delle esperienze. Da notarsi in proposito che si lasciava sempre acceso il gas, con piena fiamma, tanto nella sala da pranzo, quanto nel salottino, per cui se si fosse aperta l’una o l’altra delle porte, un’ondata di luce avrebbe invaso la camera in cui si sperimentava.  Siccome il fatto non si verificò mai, noi possediamo con ciò quella tal prova che il dott. Carpenter considera la migliore desiderabile: vale a dire la prova del “ buon senso “, in dimostrazione che le due porte rimasero sempre chiuse. Nella sala da pranzo si trovava un campanello, e noi lo udimmo improvvisamente tintinnare, e potemmo seguirne in aria il movimento, osservando che quel tintinnio si andava lentamente avvicinando alla porta che lo separava da noi. Può facilmente immaginarsi lo stupore di noi tutti, quando, a dispetto della porta, udimmo tintinnare il campanello dentro la camera, e avvicinarsi lentamente a noi! Fece il giro della camera tintinnando continuamente; quindi scese in basso, passò sotto il tavolo, e si elevò giungendo al livello del mio gomito. Venne a tintinnare proprio sotto il mio naso, poi attorno al mio capo, quindi attorno al capo di tutti i presenti, l’uno dopo l’altro, e finalmente si posò delicatamente sul tavolo. ( Proceeding of the S. P. R. – vol. IX – pag. 267 )

  Ora riporterò alcuni fenomeni di apporto, assolutamente straordinari, ottenuti con la medianità della signora Guppy. Li rilevo dallo stesso volume del Bozzano.

4 – FIORI – FRUTTA E ANIMALETTI VARI

       Dovendo occuparmi della medianità di Mrs. Guppy ( già miss Nichol ), non è possibile esimersi dal ricavare qualche citazione dagli scritti del sommo naturalista Alfred Russell Wallace, il quale fu colui che scoprì le facoltà medianiche in lei. Egli, nel libro “ On Miracle and Modern Spiritualism “ ne scrive in questi termini:

“ Conobbi miss Nichol prima ch’essa avesse mai udito parlare di “ tavole giranti “ e di “ Spiritismo “, e scopersi le sue facoltà medianiche per pura combinazione, invitandola a prendere parte alle nostre esperienze. Ciò avvenne nel novembre del 1866, e per parecchi mesi continuammo ininterrottamente le nostre sedute; dimodochè ebbi agio di sorvegliare e seguitare il meraviglioso svilupparsi della sua medianità… La forma più notevole che aveva assunto, consisteva negli “ apporti “ di fiori e di frutta in una camera ermeticamente chiusa. Il fenomeno si produsse per la prima volta in casa mia, e ciò avvenne fin dall’inizio dello sviluppo medianico di lei… Ora, però, tale fenomeno si è realizzato centinaia di volte, in ambienti diversi, in case diverse, sotto condizioni svariatissime. Qualche volta i fiori sopraggiungono in tale quantità da formare un grosso cumulo sul tavolo; e per soprappiù accade ben sovente che fiori e frutta siano apportati dietro precise richieste degli sperimentatori. Così, ad esempio, un amico mio chiese un girasole, e subito cadde sul tavolo una pianta di girasole alta sei piedi ( circa 180 centimetri ), con le radici avvolte in una massa cospicua di terra…”

  Un episodio analogo a quest’ultimo venne riferito da Robert Cooper, amico di Russell Wallace, e suo compagno di esperienze. Egli scrive:

“ Un dopopranzo mi recai dal signor Guppy, ad Highsbury, dal quale seppi che la sua consorte erasi recata a passare la serata in casa di un vicino… Mr. Guppy aveva aggiunto che si trattava di nuove conoscenze, nonché di persone ignare di Spiritismo, le quali, probabilmente, avrebbero chiesto di assistere a qualche sedutina del genere; per cui mi propose di accompagnarlo in quella casa. Avvenne pertanto che verso le 6 pomeridiane ci recammo insieme nella famiglia ospitale di cui si tratta… Dopo il the, ci disponemmo effettivamente a improvvisare una sedutina… La camera era piccola, ed eravamo una dozzina di persone sedute in cerchio intorno al tavolo; per cui non rimaneva spazio per passare tra l’uno e l’altro di noi… Si spense la luce, e poco dopo i picchi alfabetici chiesero ai presenti di specificare le cose che si desiderava fossero apportate. Taluni chiesero fiori ed altri frutta. Io, a tutta prima, avevo pensato a un cavolfiore, ma siccome non ero ben sicuro che i cavolfiori fossero ancora di stagione, chiesi:” Portami una zolla erbosa “. Pochi minuti dopo si avvertirono segni manifesti che la mia ordinazione stava per tradursi in atto, giacchè uno dei presenti accusò di essere stato colpito al petto da un alcunché d’imprecisato. Subito dopo accadde altrettanto a me, e in pari tempo avvertii un alcunché d’imprecisato che mi cascava in grembo. Si fece la luce, e allora si vide che a me nel grembo si trovava una zolla erbosa, con fili d’erba molto lunghi. Non appena la tolsi in mano, rilevai con stupore che dentro il terriccio umido della zolla si contorcevano dei lombrichi! Evidentemente quella zolla erbosa era stata sradicata in quel momento da qualche prato dei dintorni… ( Light – 1896 – pag. 165 )

Ed ora passo a riferire alcuni brani altrettanto interessanti tolti da sedute occorse a Londra e Firenze, pubblicate sulla rivista italiana “ Annali dello Spiritismo in Italia “ diretta dal prof. Scarpa ( Niceforo Filalete ) e da molti anni estinta.

“ … Venerdì 23 giugno del 1874, nonostante una nebbia che mi celava la vista del magnifico palazzo di Westminster, e una sottile pioggia che filtrava da un cielo giallo scuro, mossi dal mio albergo in Rupert-Street… e mi portai al n° 1, Morland Villas, dimora dei coniugi Guppy. Quella giornata fu passata insieme in simpatica conversazione, e dopo il pranzo venni gentilmente invitato dalla signora Guppy ad accompagnarla in una casa della City, dove aveva promesso di dare una seduta spiritica. L’offerta non poteva essere più seducente, e poco dopo io mi trovavo in una vettura in compagnia dei signori Guppy e di una certa signora Fisher, alla volta di qull’abitazione. Debbo farti notare, che il nostro veicolo era così angusto che v’era appena posto per quattro persone, sicchè ne andavano sgualciti gli abiti delle signore, e alquanto incomodate le gambe di tutti. Questa osservazione, per quanto frivola, potrà giovarti a dare maggior risalto a quei fenomeni che sto per descrivere. Dopo una buon’ora di cammino arrivammo finalmente al n° 7, Dane Inn, presso il signor Wolkman, nostro amabile ospite. Trovai nella di lui casa una piccola ma scelta comitiva di sei o sette persone, fra le quali il signor Greck, colonnello dell’armata russa. Prendemmo tutti posto intorno a una grande e pesante tavola, in un salotto a pian terreno, che metteva al corridoio dell’ingresso da un’unica porta che venne chiusa a chiave. Durante la breve conversazione che precedette la seduta, ebbi agio d’ispezionare la stanza, ma nulla scopersi che potesse avere la minima relazione coi bellissimi fenomeni di cui fui testimonio. Fatte appena le tenebre, e tenendoci tutti in catena intorno alla tavola, questa cominciò a fare dei movimenti sussultori e ondulatori con forza tale, che fu mercè non ci trovassimo in un piano superiore, altrimenti avrei temuto per il pavimento… Bentosto una brezza assai gradevole in una notte estiva e in quella camera ermeticamente chiusa, venne a sfiorarci le mani e il volto, e replicatamente venimmo innaffiati con acqua di colonia. Seguirono alcuni picchi misteriosi, inimitabili. Pareva come se colpissero non già sulla superficie, ma nell’interno del legno, e in pari tempo qualcosa cadde sulla tavola di così pesante, che, mossi da curiosità, facemmo la luce; e puoi figurarti la nostra sorpresa nel rinvenire sulla tavola una grossa pianta d’uva spina, con terra e radici, che in altezza e larghezza misurava oltre due piedi ( oltre 60 centimetri ). Di nuovo fu spento il gas, e alquanti minuti dopo venne giù una pioggia di rose, che alla luce trovammo così fresche e tanto umettate di brina, che pareva lì per lì fossero state recise dallo stelo; e nove variopinte farfalline svolazzavano vagamente da un fiore all’altro.

Tornammo a far le tenebre per ingiunzione degli invisibili, ed avevamo aspettato solo pochi istanti, quando diversi oggetti si rovesciarono sulla tavola, che al lume del gas si palesarono un limone, un’arancia, ungrosso cetriolo, ed un gran ramo di lamponi alto circa sei piedi ( 180 cm. Circa )!

Comprenderai che faceva d’uopo un piccolo arsenale per nascondere tutti questi oggetti, e sarebbe puerile il credere che la signora Guppy avesse potuto celarli in quell’angusta vettura nella quale eravamo venuti. Del resto quelle piante erano armate di aguzze spine, e la fragranza dei fiori li avrebbe svelati all’olfatto, quando pure si fosse trovato modo di trafugarli alla vista. Di rose ce ne fu una quantità così grande, che dopo che ciascuno di noi ebbe fatto il suo mazzolino, ne rimaneva abbastanza per inghirlandare tutta la comitiva “.

Di un’altra seduta, con la stessa medium, il medesimo relatore scrive tra l’altro:” A un dato momento ci si versò sopra dell’acqua odorosa, e venimmo gentilmente percossi con ramoscelli di ciliegie, sui quali, fatta la luce, scorgemmo due viventi scarabei, con molta paura della signora Guppy, che ha per essi un’infinita ripugnanza.

   Ed ora passo a riferire i brani principali delle relazioni sulle sedute con Mrs. Guppy a Firenze. Il relatore così comincia:

  “ La prima seduta che tenne la signora Guppy in casa Passerini, fu nella sera del 23 dicembre 1868. Gli invitati, in numero di 14 o 15. Intorno ad una tavola rotonda, del diametro di un metro circa, si assisero i coniugi Guppy e molti degli intervenuti. La medium volle che le fossero legate le mani, e che la padrona di casa le tenesse ferme tra le sue; e così fu fatto. Dopo qualche minuto, la medium ( sempre con le mani legate e tenute ferme dalla signora Passerini ) fece spegnere il lume. Rimasta la sala in una profonda oscurità, si udirono dei colpi nella tavola, come se qualcuno colle nocche delle dita picchiasse al di sotto della medesima… Qualche momento dopo fu sentito da tutti un soave odore di fiori, e poi come una pioggia che cadeva sulla tavola. Cessato il rumore di quelle cadute, fu acceso il lume, e tutti rimasero meravigliati scorgendo la tavola tutta coperta di fiori freschissimi. I fiori erano giunchiglie, vaniglia, gerani, mugherini, garofani, ed una bellissima camelia rossa con tre foglie…

    Nella sera del 26 dello stesso mese, la signora Guppy ritornò nella stessa casa per dar nuove prove della sua medianità… I risultati, presso a poco, furono eguali a quelli ottenuti la sera del 23; avemmo per due volte un’abbondante pioggia di fiori freschi, freschissimi e tutti bagnati ( in quella sera pioveva a dirotto ). Una signora avendo chiesto allo spirito qualche animaletto vivo, come sarebbe un uccellino, uno scoiattolo o un coniglio, lo spirito non si fece pregare, e ci pose sulla tavola diversi insetti alati piuttosto grossi, ch’io non saprei come denominare, i quali, dopo avere gironzolato in su e in giù sul disco della tavola, presero il volo, e se ne andarono. Lo spirito ci regalò alcune mele, limoni e arance; anzi una di queste mi fu scagliata con qualche forza sul petto ( senza però farmi il minimo male ).

Anche in quella sera la signora Guppy e suo marito, mentre la sala era nella più perfetta oscurità, non avevano libere le mani, che erano tenute ferme da coloro che stavano loro vicino. E’ bene poi tu sappia che tutte le volte che i coniugi Guppy si portano in qualche casa per tentare degli esperimenti, esigono sempre di essere perquisiti negli abiti per togliere ogni dubbio che possano nascondervi gli oggetti che nel buio cadono o sulla tavola o sugli astanti…

    I coniugi Guppy, che sono di una rara cortesia,, non si rifiutarono di favorire con la loro presenza la nostra Società… Mentre aspettavamo che il numero dei soci fosse al completo per incominciare gli esperimenti qualcuno disse non sapersi capacitare come gli Spiriti possano distinguere i colori nell’oscurità… Appena fatto buio, uno Spirito si manifestò dettando con la tiptologia le seguenti parole:” Vi ha qui taluno il quale crede che gli spiriti non vedano i colori nell’oscurità “. Cessati i colpi, regnò per alcuni minuti il più profondo silenzio, quando tutto ad un tratto si sentì come una pioggia di fagioli secchi cadere sulla tavola. Fu acceso il lume, e  la tavola fu trovata coperta di confetti di diversi colori: bianchi, verdi, rossi, gialli ecc. Lo Spirito allora c’invitò ad unirli tutti in un mucchio in mezzo alla tavola, e a spegnere il lume; il che fu immediatamente eseguito. Dopo breve istante, per ordine dello spirito medesimo, fu riacceso il lume, e con nostra grande sorpresa trovammo che i confetti erano stati divisi a seconda del loro colore, onde i bianchi erano da una parte tutti insieme accumulati, i rossi ugualmente, i verdi pure, e così tutti gli altri. Lo Spirito, operando quella separazione, aveva voluto provare che gli spiriti possono nel buio, ch’è solo per noi, distinguere perfettamente i colori…

   Per la terza volta la signora Guppy si prestò come medium alla “ Società Fiorentina “… Anche questa volta si presero le solite cautele; quelle cioè di visitare nelle persone i coniugi Guppy, e di tenere loro ben ferme le mani per tutto il tempo che i lumi rimanevano spenti. Il primo risultato che ottenemmo fu un’abbondantissima pioggia di freschissimi fiori di diverse qualità, che riempirono l’aria con i loro soavi profumi. Tutti i presenti ne ebbero la loro parte, e le signore, terminati gli esperimenti, se ne partirono provvedute ciascuna  di un bel mazzetto. Dopo quella pioggia i lumi furono spenti di nuovo, e mentre regnava il più perfetto silenzio, fummo tutti scossi da un fortissimo colpo battuto sulla tavola, simile a quello che avrebbe prodotto un grande sasso che vi fosse caduto sopra. Riacceso il lume, trovammo, non già una pietra, come da tutti si credeva, ma un grosso pezzo di ghiaccio terso come il cristallo, largo 15 centimetri e dello spessore di 10; che nel cadere dall’alto si era frantumato. Puoi figurarti la comune sorpresa! La grossezza di quel pezzo di ghiaccio era tale da togliere ogni dubbio che qualcuno lo avesse portato con sé. E poi chi avrebbe potuto nasconderlo nelle proprie tasche, e tenervelo tanto tempo senza bagnarsi completamente?

4 – ED ORA I MEDIUM

    Concludo questa parte con gli apporti e asporti che coinvolgono, in prima persona, proprio i medium e comincerò proprio con un episodio che coinvolse, suo malgrado, proprio la nostra signora Guppy e che ebbe numerosi testimoni.

… Quanto segue è un fatto reso noto dalla testimonianza di undici persone. Una di esse, che il direttore del giornale “ The Echo “ dichiara di essere uno stimatissimo commerciante di Manchester, , dedica all’episodio una lettera pubblicata l’8 giugno 1871. Gli altri dieci firmarono un verbale circostanziato che concordava pienamente con il suo lungo racconto, che riportiamo sunteggiato.

     In una sera di maggio del 1871, il commerciante si era recato ad assistere ad una seduta, non nel circolo di Mrs. Guppy, ma presso i medium Frank Herne e Charles Williams, in Lamb’s Conduit Street. Entrato nella sala, che era al primo piano, vi trovò gli altri assistenti: in totale tre donne e otto uomini, undici persone. Egli descrive l’ambiente, una stanza piccola e poco arredata: un tavolo, alcune sedie, un armadietto aperto e vuoto, due o tre soprammobili. Il locale aveva due porte: una era quella dell’ingresso e l’altra conduceva ad una stanzetta vuota. Appena tutti i partecipanti furono entrati le due porte vennero chiuse a chiave. Il commerciante afferma:” io posso assicurare, l’unica finestra essendo completamente oscurata, che nessuna delle due porte poteva essere socchiusa senza che ce ne accorgessimo, poiché nella stanza perfettamente buia sarebbe entrata la luce esterna “. Si inizia la seduta con la consueta preghiera e cominciano i fenomeni, sui quali sorvoleremo. Notiamo solo che si odono due voci, quelle di due “ entità “ che affermano di essere “ John King “ e “ Katie King “, quest’ultima non ancora apparsa nelle famose sedute di William Crookes.

Quando venne chiesto a Katie se era possibile apportare qualcosa, ella si dichiarò pronta e domandò cosa volevamo apportasse. Uno dei partecipanti, che non aveva mai preso parte a sedute, disse scherzando:” Portaci qui Mrs. Guppy!...” “ Buon Dio! “ - disse un altro ridendo – “ Spero proprio di no; è una delle donne più voluminose di Londra! “. Ma Katie prese sul serio la proposta, e mentre John la rimproverava dicendo:” No, Katie, non puoi farlo “. Ella insistè:” Sì, sì, lo farò “. I presenti presero a scherzare sull’assurda proposta, ma improvvisamente John gridò:” State un po’ zitti per favore! “. Uno degli assistenti disse:” Qualcosa è passato sulla mia testa…” Immediatamente segue un tonfo sul tavolo e degli scricchiolii. Si accende un fiammifero, ed ecco… in mezzo al tavolo, intorno al quale tutti erano riuniti, strettissimi, facendo catena, c’è proprio la voluminosa Mrs. Guppy.

Era immobile, in uno stato di profonda trance: aveva un braccio sugli occhi e l’altro che pendeva lungo il corpo; in una mano aveva una penna e nell’altra un notes. Poco dopo si svegliò, molto spaventata. L’ultima cosa che ricordava era questa: stava seduta nel suo salotto a fare i conti di casa della settimana. Nella stanza con lei c’era anche una sua amica, Miss Neyland, che leggeva il giornale. L’inchiostro sul pennino era ancora umido e l’ultima parola che aveva scritto nel notes dei conti ( per la storia si informa che era la parola “ onions “, cipolle ) cui mancavano due lettere, non era ancora asciutta. Lo scrittore assicura e tutti testimoniano che le due porte erano ancora chiuse a chiave e che la possibilità che lei fosse entrata nella stanza era del tutto assurda.

Tolta la seduta i presenti accompagnarono Mrs. Guppy a casa, a Highsbury, a tre miglia dal luogo della seduta, e trovarono miss Neyland completamente sbalordita. D’un tratto, mentre era vicina a lei, Mrs. Guppy era scomparsa, lasciando solo una leggera nebbia sul soffitto.

  FRANEK KLUSKI

Il caso più straordinario riferitomi dai membri del circolo è quello dello stesso Kluski, il quale disparve dalla camera delle sedute, alla cui porta chiusa a chiave erano stati apposti i sigilli. Gli sperimentatori, con loro immenso stupore, ritrovarono il medium adagiato sopra un divano, immerso in sonno profondo, in un’altra camera lontana da quella delle sedute. Si capisce ch’io riferisco questo portentoso fenomeno sulla responsabilità dei miei amici, dei quali io non ho nessun motivo per non fidarmi in modo assoluto ( Psychic Science 1925 – pag. 213 ).

  INDRIDI INDIDRASON

… Ebbimo ripetute volte a fare esperienza del fenomeno del passaggio della materia attraverso la materia, ed una sera il medium stesso fu trasportato attraverso il muro in un’altra camera, la quale era chiusa a chiave ed oscura. Tutto ciò sembrerà incredibile ai più, ma bisogna riconoscere che con i medium ad effetti fisici, molte cose avvengono che appaiono assurde ai profani. Il che non impedisce ch’esse risultino ugualmente e certissimamente vere ( Light 1919 – pag. 350 ).

  ADA BESSINET

Il fenomeno più stupefacente occorse verso la fine della seduta, alle ore dieci e un quarto. A richiesta di Mrs. Moore, mio fratello aveva in tutta la sera controllato con la sua mano sinistra, la mano destra della medium. Dopo alcuni minuti di quiete assoluta, mio fratello annunciò improvvisamente che la mano della medium erasi disciolta entro la sua. Un istante dopo esclamò:” La sedia della medium è vuota! “. Mrs. Moore osservò:” Allora vuol dire che la seduta è finita. Black Cloud ( lo spirito guida indiano ) deve averla trasportata nella camera vicina. Egli lo fa qualche volta “. Venne immediatamente fatta la luce: la medium era sparita. Eppure non erasi avvertito il minimo movimento. Le porte furono trovate debitamente chiuse a chiave. Esse, inoltre, erano coperte da pesanti portiere, che si spostavano facendole strisciare, per mezzo di anelli metallici, sopra un’asta di legno; ciò che produceva un rumore caratteristico e notevolissimo. Passammo nella camera adiacente, e trovammo Ada che giaceva irrigidita sopra un sofà, profondamente immersa in sonno medianico. Aveva le mani incrociate sul petto, il volto pallidissimo e senza vita. Black Cloud aveva compiuto il fenomeno in guisa mirabile. Dopo un quarto d’ora la medium si svegliò, e rientrò rapidamente in condizioni normali…

  MRS. COMPTON

La medium Mrs. Compton, fu chiusa nel piccolo gabinetto, e dei fili resistenti vennero passati attraverso i forellini esistenti nel lobo delle orecchie di lei. Tali fili furono assicurati saldamente alla spalliera della sedia, e i capi dei fili fissati con appositi sigilli. Subito dopo emerse dal gabinetto un esile fantasma materializzato. Il colonnello Olcott stava vicino alla bilancia, e la forma materializzata salì sulla piattaforma della medesima. Fu pesata due volte: la prima volta l’indice segnò 77 libbre inglesi ( circa 35 chilogrammi ), la seconda, ne segnò 59 ( circa 27 ). Il colonnello Olcott era rimasto inteso con la medium ch’egli sarebbe entrato nel gabinetto allorchè il fantasma materializzato si trovava in mezzo al circolo; e così fece, ma la medium era sparita.

Olcott tornò nel circolo, e pesò nuovamente il fantasma, che questa volta era disceso a 52 libbre ( circa 23 chilogrammi ). Dopo di che, il fantasma rientrò nel gabinetto, dal quale emersero altre forme materializzate. ( tenere presente che la medium pesava normalmente 121 libbre, circa 55 chilogrammi ).

Il colonnello Olcott così prosegue:

“ Entrai nuovamente nel gabinetto con una lanterna, e ritrovai la medium nella posizione in cui l’avevo collocata in principio, con i fili ed i sigilli intatti. Sedeva appoggiando la testa al muro, col volto pallidissimo, l’epidermide gelida e viscida, i globi degli occhi rovesciati all’indietro, per modo che si scorgeva soltanto la bianca cornea. Aveva la fronte madida di un sudore di morte; non respirava più, e le pulsazioni del cuore più non si avvertivano ai polsi. Quando tutti gli sperimentatori ebbero controllato i fili ed i sigilli, io li tagliai con le forbici, e trasportammo la medium in catalessi all’aria aperta. Giacque come morta per 18 minuti; poi la vita tornò lentamente in lei, fino a che la respirazione, il polso e la temperatura dell’epidermide divennero normali… Allora la posi sulla piattaforma della bilancia… Pesava 121 libbre…

  E IL MARCHESE CENTURIONE SCOTTO

( Lo rilevo dal volume “ Le Sedute di Millesimo “  di A. Ferraro – pag. 160/162)

… Dopo qualche altra battuta riguardante la signora Hack, Bon si sentì ripetutamente toccare e ricevette sul capo un colpo d’ala. Diversi ebbero la sensazione di misteriose presenze, mentre qua e là risuonavano colpi sordi. Rossi, seduto alla sinistra del marchese, ebbe l’impressione che questi si avvicinasse a lui: gliene chiese il motivo ma la risposta fu:” non mi sono mosso  “. Dopo breve silenzio, Rossi riebbe la medesima sensazione, rifece la domanda  e Centurione ribattè nello stesso modo, tendendo contemporaneamente la mano destra alla signora Fabienne, per dare conferma… Tuttavia, in tono concitato, esclamò: “ Non ho più le gambe…”. Vi furono alcuni secondi di silenzio sepolcrale… ogni rumore era cessato e il grammofono s’era fermato. La signora Rossi esclamò quasi atterrita:” Ho l’impressione che succeda qualcosa di strano…sento intorno a me un vuota indefinibile e pauroso…”. Nessuno rispose; la marchesa Luisa allarmatissima urlò:” Carlo…Carlo “. Ancora silenzio… L’avvocato Castellani intervenne:” il medium è caduto in trance… zitti…zitti “. Ma dopo un istante pure lui invocò:” Carlo…Carlo…”. Nessuna risposta… nessun rumore… Dopo una pausa riprese:” Fabienne, allunghi la mano e veda in che posizione è il medium “. La risposta fu :” La sedia è vuota! “. Rossi s’alzò, tastò il divano; esso pure era vuoto. Nessuno aveva udito rumore, nessuno poteva essere uscito. Castellani invocò Cristo D’Angelo ma questi, sempre pronto, non rispose. Bozzano intervenne:” Se nessuno risponde significa che non può manifestarsi… è una conferma che il medium non c’è più “. Si propose di accendere la luce e Bozzano assentì:” Non essendovi il medium, non può succedere nulla “. La lampada illuminò i visi attoniti di tutti; tutti, escluso il marchese. La porta venne controllata: era ancora chiusa a chiave dall’interno e le finestre sbarrate. Nessuno poteva essere uscito; fra l’altro senza farsene accorgere. La marchesa era sconvolta. Bozzano la tranquillizzò…” Sono fatti rari ma accadono… nessuno ha mai sofferto nessuna conseguenza… non si preoccupi… lo ritroveremo “.

Castellani e Passini s’assunsero l’incarico di perlustrare le molte camere e le sale del castello, mentre la marchesa si preoccupava anche che la servitù non s’accorgesse di quanto stava accadendo. Ma negli ambienti perlustrati non si trovò nulla; tuttavia la vastità del maniero rendeva impossibile un controllo completo… per di più era notte. Castellani, trattandosi di una manifestazione psichica – come si diceva allora – accennò alla probabilità che il medium fosse finito in un ambiente a lui particolarmente gradito. La marchesa propose allora di visitare le scuderie. I due ripartirono: controllarono i vari recinti, le carrozze e le automobili: Nulla.

Frattanto il marchese Mino, rientrato da una serata trascorsa con gli amici, era rimasto stupito che tutte le luci del parco, delle sale, delle varie camere fossero accese e alcune finestre aperte. Poiché – come s’è detto – le signore Hack e Rossi erano dotate di una certa medianità, si decise di chiedere aiuto tramite una seduta. Bozzano, tuttavia, osservò che se il caso dell’asporto del medium faceva già parte della storia della metapsichica, mai era per contro accaduto di un ritorno paranormale. Il marchese, pertanto, doveva essere recuperato con mezzi umani; bisognava, insomma, continuare a cercare. Un po’ di tranquillità riaffiorò allorchè, in scrittura medianica, la Hack informò che:” Carlo sta bene e non è lontano “. Rossi chiese dove cercare, e la sensitiva scrisse:” Uscite, girate verso destra… il cancello… varcate la porticina nel muro… E’ adagiato su un soffice giaciglio… avena… avena…”. Erano passate più di due ore dalla scomparsa, e questo messaggio riportò un po’ di conforto. Il marchese Mino, Castellani, Passini e la signorina Chiappini corsero al luogo indicato, però non si trovava una chiave. Sapendola appesa a un chiodo, Mino fece luce con un accendino ma, proprio dietro alla porticina cui s’era fatto cenno nel messaggio, udì un respiro affannoso. Gli altri furono chiamati a raccolta… oltre la soglia dell’angusto locale si scorgevano due scarpe dal lato della suola e si intravide il corpo del marchese prono su un mucchio di fieno e d’avena. Lo chiamarono ma non rispose: lo stato di trance era ancora profondo. Castellani s’avvicinò e praticò al gentiluomo passi magnetici. Poco dopo s’udì un lamento e il corpo si mosse. La ripresa di conoscenza fu lenta e faticosa e Centurione non riusciva a raccapezzarsi e cadde in un pianto nervoso, in abituale. La moglie e il figlio lo rinfrancarono e lo calmarono; ed egli, appena riavutosi,non si smentì con un perentorio:” Ma che cosa è successo?... mi dovete raccontare tutto per filo e per segno “.

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