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COME HO SCOPERTO LO SPIRITISMO
Non so quanto possa
essere esatto affermare che ho conosciuto lo Spiritismo per caso, visto
che non credo molto alle mere coincidenze in circostanze di tale
importanza, ma così è stato. Per cause che sarebbe troppo lungo
riportare in questo contesto ero giunto, da ragazzo prima e da
adolescente poi, alla negazione più assoluta dell’esistenza di Dio e, di
conseguenza, di tutto quanto, la Chiesa, da duemila anni, propina ai
suoi fedeli. Con questo status mentale ero arrivato all’età di 24 anni e
all’anno 1972 in un periodo in cui, essendo benzinaio di professione,
svolgevo il turno di notte su un distributore del leccese. Una sera, non
avendo nulla da leggere nelle ore di fermo, decisi di passare in
libreria. Poiché sono, da sempre, un appassionato del genere Horror
e Fantasy fui attratto da un volume intitolato: “IL LIBRO
DEGLI SPIRITI” di un certo Allan Kardec, autore che mi era
assolutamente sconosciuto. Ovviamente, visto il titolo, non poteva che
trattarsi, secondo me, di una raccolta di racconti horror per cui lo
comprai e me ne andai al lavoro. Quella sera cominciai a leggerlo ma fin
dalle prime righe mi accorsi, che non di horror si trattava, ma di
qualcosa che mi lasciava perplesso ma anche piacevolmente sorpreso
poiché, si cercava di proporre, una serie di risposte all’apparenza
piuttosto sensate a domande che, da una vita, io mi ponevo. Domande
sulla Vita e sulla Morte, sulla dimensione fisica e l’Aldilà e su tante
e tante altre problematiche della stessa importanza. In quel testo
veniva proposta una strana filosofia, vagamente orientaleggiante, che
secondo l’Autore era stata rivelata da Entità Spirituali in riunioni che
venivano definite: SEDUTE SPIRITICHE. Non sapevo, esattamente, di
cosa si trattasse ma la lettura mi intrigava, mi appassionava sempre di
più e finii quel volume in due giorni. Comprai il secondo, dello stesso
Autore: “ IL LIBRO DEI MEDIUM” e poi un altro e un altro
ancora. La logica e la razionalità delle teorie proposte continuavano
imperterrite, non facevano una grinza, forse avevo trovato il modo di
conciliare l’apparente caos che ci circondava, con sorprusi, malattie,
prepotenze e prevaricazioni con l’esistenza di un Dio che, per
definizione, non poteva che essere giusto e misericordioso. A quel
punto, decisi di fermarmi e riflettere. Mi venne il dubbio che, forse,
mi stavo facendo plagiare da teorie e ipotesi che, inconsciamente,
volevo sentire e che poteva essere la mia disponibilità mentale a farmi
vedere una logica che, probabilmente, era solo apparente. Cominciai a
leggere testi che cercavano di confutare lo Spiritismo come “L’ERRORE
DELLO SPIRITISMO” di Guenón e “CRITICA ALLO SPIRITISMO” di Palmes o
che trattavano di teologie e filosofie di altre religioni. Ma più andavo
avanti con la lettura e più mi accorgevo dell’inconsistenza delle
alternative proposte alle tesi spiritiche. Si cercava, in ultima
analisi, di spacciare tutto l’insieme della casistica paranormale per
trucchi di ciarlatani ed illusionisti a volte talmente fantasiosi da
risultare più straordinari degli stessi fenomeni che si cercava di
attaccare e le Comunicazioni con le farneticazioni di menti deboli e
malate. Ho continuato, quindi, nello studio di questa filosofia che
sentivo ogni giorno più mia, più giusta e, nella quale, sempre più mi
riconoscevo. I volumi sullo Spiritismo e gli argomenti correlati
aumentarono, erano, ormai, più di 500. Ovviamente, non ritenendomi né
uno spiritista fanatico, né un fanatico dello Spiritismo, ho cercato di
mantenere la mente aperta e disponibile a qualunque nuovo dato, a
qualsiasi ulteriore informazione che potesse farmi scoprire
un’alternativa più o, almeno, altrettanto convincente di quella
spiritista. A questo scopo ho messo a confronto queste mie nuove
convinzioni con esponenti di religioni diverse: sacerdoti cattolici,
Devoti di Krishna, Testimoni di Geova, Mormoni ecc. ma inutilmente
perché, a tutt’oggi, non ho ancora trovato nessun motivo valido per
modificarle.
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