INCONTRO  

07-06-09

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I

COME HO SCOPERTO LO SPIRITISMO

 

Non so quanto possa essere esatto affermare che ho conosciuto lo Spiritismo per caso, visto che non credo molto alle mere coincidenze in circostanze di tale importanza, ma così è stato. Per cause che sarebbe troppo lungo riportare in questo contesto ero giunto, da ragazzo prima e da adolescente poi, alla negazione più assoluta dell’esistenza di Dio e, di conseguenza, di tutto quanto, la Chiesa, da duemila anni, propina ai suoi fedeli. Con questo status mentale ero arrivato all’età di 24 anni e all’anno 1972 in un periodo in cui, essendo benzinaio di professione, svolgevo il turno di notte su un distributore del leccese. Una sera, non avendo nulla da leggere nelle ore di fermo, decisi di passare in libreria. Poiché sono, da sempre, un appassionato del genere Horror e Fantasy fui attratto da un volume intitolato: “IL LIBRO DEGLI SPIRITI” di un certo Allan Kardec, autore che mi era assolutamente sconosciuto. Ovviamente, visto il titolo, non poteva che trattarsi, secondo me, di una raccolta di racconti horror per cui lo comprai e me ne andai al lavoro. Quella sera cominciai a leggerlo ma fin dalle prime righe mi accorsi, che non di horror si trattava, ma di qualcosa che mi lasciava perplesso ma anche piacevolmente sorpreso poiché, si cercava di proporre, una serie di risposte all’apparenza piuttosto sensate a domande che, da una vita, io mi ponevo. Domande sulla Vita e sulla Morte, sulla dimensione fisica e l’Aldilà e su tante e tante altre problematiche della stessa importanza. In quel testo veniva proposta una strana filosofia, vagamente orientaleggiante, che secondo l’Autore era stata rivelata da Entità Spirituali in riunioni che venivano definite: SEDUTE SPIRITICHE. Non sapevo, esattamente, di cosa si trattasse ma la lettura mi intrigava, mi appassionava sempre di più e finii quel volume in due giorni. Comprai il secondo, dello stesso Autore: “   IL LIBRO DEI MEDIUM” e poi un altro e un altro ancora. La logica e la razionalità delle teorie proposte continuavano imperterrite, non facevano una grinza, forse avevo trovato il modo di conciliare l’apparente caos che ci circondava, con sorprusi, malattie, prepotenze e prevaricazioni con l’esistenza di un Dio che, per definizione, non poteva che essere giusto e misericordioso. A quel punto, decisi di fermarmi e riflettere. Mi venne il dubbio che, forse, mi stavo facendo plagiare da teorie e ipotesi che, inconsciamente, volevo sentire e che poteva essere la mia disponibilità mentale a farmi vedere una logica che, probabilmente, era solo apparente. Cominciai a leggere testi che cercavano di confutare lo Spiritismo come “L’ERRORE DELLO SPIRITISMO” di Guenón e “CRITICA ALLO SPIRITISMO” di Palmes o che trattavano di teologie e filosofie di altre religioni. Ma più andavo avanti con la lettura e più mi accorgevo dell’inconsistenza delle alternative proposte alle tesi spiritiche. Si cercava, in ultima analisi, di spacciare tutto l’insieme della casistica paranormale per trucchi di ciarlatani ed illusionisti a volte talmente fantasiosi da risultare più straordinari degli stessi fenomeni che si cercava di attaccare e le Comunicazioni con le farneticazioni di menti deboli e malate. Ho continuato, quindi, nello studio di questa filosofia che sentivo ogni giorno più mia, più giusta e, nella quale, sempre più mi riconoscevo. I volumi sullo Spiritismo e gli argomenti correlati aumentarono, erano, ormai, più di 500. Ovviamente, non ritenendomi né uno spiritista fanatico, né un fanatico dello Spiritismo, ho cercato di mantenere la mente aperta e disponibile a qualunque nuovo dato, a qualsiasi ulteriore informazione che potesse farmi scoprire un’alternativa più o, almeno, altrettanto convincente di quella spiritista. A questo scopo ho messo a confronto queste mie nuove convinzioni con esponenti di religioni diverse: sacerdoti cattolici, Devoti di Krishna, Testimoni di Geova, Mormoni ecc. ma inutilmente perché, a tutt’oggi, non ho ancora trovato nessun motivo valido per modificarle.

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Ultimo aggiornamento:  02-06-09