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                        CONTROLLI  SUI  MEDIUM

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   Nell’arco degli oltre centocinquant’anni di storia della Ricerca Psichica si sono avuti medium eccezionali che hanno prodotto una fenomenologia medianica di tipo fisico assolutamente straordinaria. Parliamo di materializzazioni, parziali e complete, di fantasmi che in alcuni casi, ovviamente molto rari, risultavano addirittura indistinguibili dalle persone reali; di apporti e asporti di oggetti, piante, animali e addirittura persone; di levitazioni complete di oggetti e persone, di voce e scrittura dirette; di episodi incredibili in cui le entità comunicanti parlavano lingue ignorate da tutti i presenti o addirittura estinte da migliaia di anni ecc.

   Tutti questi fenomeni, evidentemente straordinari sotto tutti gli aspetti, avevano, nella stragrande maggioranza dei casi, un’unica pecca: potevano essere prodotti solo nella più completa oscurità. A quanto sembra, la luce risulterebbe deleteria e disgregante per tutti i fenomeni dell’alta medianità fisica. Questo fatto, purtroppo, da una parte ha favorito il proliferare di falsi medium e autentici ciarlatani che con i loro trucchi da palcoscenico hanno rischiato di inficiare  completamente l’intera fenomenologia; e dall’altra, ha creato non pochi problemi agli studiosi e sperimentatori seri che avevano assoluta necessità di documentare fatti così eclatanti e al di fuori di ogni canone scientifico, non solo per loro, ma soprattutto per quella stragrande maggioranza di persone che non avrebbero mai avuto la fortuna di assistere ai suddetti fenomeni.

   Si cominciò quindi a pensare a modi e sistemi, prima improvvisati, ma via via sempre più sicuri e sofisticati, per ovviare a questo increscioso ma, a quanto sembra, inevitabile problema. Si partì con gli sperimentatori che tenevano bloccate le mani dei medium durante l’intera durata delle sedute; poi a legarli come salami alle sedie, a sigillare con ceralacca i nodi che venivano fatti; ad usare macchinari creati apposta per i vari tipi di fenomeni; a sigillare completamente gli ambienti delle sperimentazioni; fino ad arrivare ad una umiliante visita di controllo completa sulle persone dei medium, uomini o donne che fossero. Per fortuna, da parte dei medium ( ovviamente quelli autentici ) c’è sempre stata la massima disponibilità a collaborare accettando serenamente qualsiasi tipo di controllo venisse richiesto, loro per primi assolutamente consapevoli della necessità di fugare qualsiasi dubbio sull’autenticità di fenomeni così importanti.

   Ad aiutare l’impegno di studiosi e medium, in questo senso, era, però, venuto fortunatamente alla luce un fatto importantissimo. Abbiamo detto in precedenza, che la necessità del buio assoluto, era indispensabile nella stragrande maggioranza dei casi, per la produzione di fenomeni paranormali importanti; “ nella stragrande maggioranza dei casi “, infatti, ma, fortunatamente, non in tutti; vi sono infatti delle rare, ma non uniche e assolutamente inconfutabili, eccezioni. Nella storia della Ricerca, si sono infatti scoperti medium che potevano operare, indifferentemente, al buio e alla luce , o addirittura standosene seduti, svegli e coscienti, in mezzo agli spettatori, come era il caso di E. D’Esperance e di Monck.

   Vediamone alcuni esempi:

Cominciamo da Daniel Dunglas Home. Dal quaderno di S. Ravaldini sulla medianità, primo periodo, leggiamo:

   Quando Home entrava nella stanza in cui si sarebbe svolta la seduta i mobili cominciavano a vibrare e il tavolo al quale erano seduti gli assistenti sussultava o tremava. Talvolta questo fenomeno si estendeva al pavimento e alle pareti, realizzando il cosiddetto “ effetto terremoto “. Colpi erano uditi in tutte le direzioni e nella stanza soffiava un vento gelido da far battere i denti a qualche spettatore impressionabile; da nubecole luminose uscivano mani materializzate, i mobili si sollevavano dal pavimento, fazzoletti si annodavano da soli sotto gli occhi sbalorditi dei proprietari e campanelli si mettevano a suonare senza essere toccati. Pianoforti spingevano scherzosamente contro il muro vecchie signore e orologi suonavano in risposta a domande formulate dai presenti. Chitarre, fisarmoniche e organetti si mettevano a suonare, sia che fossero tenuti con una sola mano da Home o da un assistente, sia che nessuno li toccasse. Home prendeva in mano carboni ardenti senza ustionarsi; non solo, ma nel corso della seduta poteva trasferire ad un assistente questo strano potere. E tutto ciò accadeva di solito in piena luce.

   Dall’Enciclopedia “L’Uomo e l’Ignoto “, pag. 589, leggiamo:

   Nel 1852, quando Home era ospite di Rufus Elmers a Sprinfield, fu esaminato da una commissione di Harvard, la quale riconobbe di avere assistito a fenomeni inesplicabili: il tavolo si muoveva e si alzava anche se vi sedevano sopra tre persone; la stanza tremava tutta come per effetto di un terremoto, e tutto in piena luce.

   E a pag. 590: Frattanto Home lasciava l’Inghilterra per recarsi a Firenze, ospite del Trollope, e là i fenomeni continuarono: Home opera sempre in piena luce, permette che i presenti controllino a loro piacere, e il tavolo persiste a muoversi e a sollevarsi, sedie e poltrone passeggiano per la stanza, campanelli passano squillando da uno spettatore all’altro, mani materializzate e spesso visibili, toccano i presenti, la stanza trema come per un terremoto, la fisarmonica suona da sola.

   Di lui, il Crookes scrisse:” Durante tutto il tempo dei miei rapporti con D. D. Home, che si protrasse per parecchi anni, nemmeno una volta ebbi la minima occasione di sospettare che si valesse di trucchi… Coloro che lo conobbero trovarono in lui il più amabile degli uomini; la sua lealtà e la sua rettitudine erano al di sopra di ogni sospetto “.

   Passando a Marthe Beraud ( Eva Carriere ), vediamo a quali controlli si sottometteva.

   Dal VI Quaderno sulla Medianità, primo periodo, di S. Ravaldini:

   … Eva, infatti, doveva spogliarsi completamente di fronte al professor Schrenck-Notzing e a Madame Bisson ( la quale era sempre presente ), e dopo essersi sottoposta ad una completa visita medica, doveva indossare un abito speciale, stretto ai polsi, al collo e alle caviglie, oppure essere racchiusa in una rete, quando non le si chiedeva addirittura di dare la seduta completamente nuda. E credo che questo assoggettarsi a tali rigorosi controlli, per la verità enormemente umilianti, sia un caso più unico che raro nella storia della medianità. Fa eccezione Margery Crandon, che si sottopose a qualcosa del genere, perché la American Society for Psychical Research, possiede una fotografia in cui questa medium è ritratta mentre dai suoi genitali fuoriesce una massa ectoplasmica. Ma ritengo che si tratti di un accertamento occasionale.

   Per le riprese dei fenomeni di Eva erano predisposte otto macchine fotografiche, con le quali furono scattate oltre 200 fotografie. In seguito ci si accorse che la medium poteva produrre i fenomeni anche con luce attenuata.

   Dal volume “ L’Uomo alla Conquista dell’Anima “ di G. De Boni, pag. 103, leggiamo

   La possibilità di frode, nei confronti delle presenti esperienze, è assolutamente da escludersi; innanzi tutto per la documentazione fotografica; in secondo luogo per lo scrupolo, veramente eccessivo, con il quale la povera Marthe Béraud fu studiata. Si pensi che veniva denudata, esaminata nel retto e nella vagina, le si somministrava un vomitivo onde vedere cosa aveva nello stomaco, e infine le veniva fatta trangugiare una sostanza colorante che avrebbe rivelato un ectoplasma colorato nel caso avesse nascosto nello stomaco un qualcosa simulante l’ectoplasma stesso. Vien fatto di pensare che lo scrupolo scientifico degli scienziati assuma talvolta una nota persecutoria

   Ecco lo stralcio di una seduta con E. D’Esperance:

   … Nepenthes era una donna bellissima; si mostrava alla luce contemporaneamente alla medium ( la quale era sveglia e sedeva con gli altri, fuori dal gabinetto medianico ); si smaterializzava in mezzo al circolo; si uniformava a tutti i desideri degli assistenti, ora prestandosi a farsi fotografare, ora a scrivere sul taccuino di qualche sperimentatore, ora a fornire il modello della propria mano immergendola nella paraffina liquida.

   Di Francis Ward Monck, pastore battista inglese, leggiamo: ( Dai quaderni delle conferenze sulla Medianità, di S. Ravaldini )

   … La sua potenza medianica si può considerare piuttosto rara ed è stato uno dei pochi che non aveva bisogno dei due fattori al quale il semplicismo degli increduli attribuisce i fenomeni, giudicandoli sempre trucchi: l’oscurità e il gabinetto medianico. Nel corso delle sue sedute restava in mezzo agli assistenti, e in piena luce, sia naturale che artificiale. Il che ha permesso a Colley, a Wallace e a quanti lo hanno studiato, di descrivere i suoi fenomeni con assoluta precisione e di controllare sempre la formazione e la scomparsa delle materializzazioni in tutte le loro fasi.

   Per avere un’idea dei fenomeni prodotti dal rev. Monck riportiamo lo stralcio di una seduta:

   “ Erano le prime ore del pomeriggio di una giornata luminosa, e le finestre erano aperte… Wallace stava a non più di due metri dal dottor Monck, che, in piedi, in mezzo alla stanza, sembrava in trance. Un leggero vapore si formò sul lato sinistro del suo abito, vicino al cuore; erano come dei fiocchi bianchi che si agitavano in aria e che divennero come una specie di nuvola che si allontanò dal medium, restando collegata a lui con qualcosa che sembrava un cordone ombelicale di impalpabile vapore. Monck, invitandoli a guardare, passò la mano tra lui e la nuvola tagliando il cordone, che scomparve. Ormai la nuvola era a circa tre metri dal medium: qui cominciò a solidificarsi e prese la forma di una donna avvolta in bianchi drappeggi, che lasciavano scoperto il volto. Monck battè leggermente le mani e la donna ripetè il gesto, e se ne udì chiaramente il suono. Poi ella si avvicinò lentamente a Monck, il movimento della materia riprese e la figura, tornata nuvola, si riassorbì nel corpo del medium come era uscita”.

   Passiamo, ora, al più volte contestato Jan Guzyk. Su “ L’Uomo e l’Ignoto “, pag. 581, leggiamo:

   … Lo condusse poi a Parigi dove il Guzyk fu sottoposto a esperienze particolarmente severe nell’Istituto Metapsichico Internazionale: veniva spogliato, esaminato medicamente, rivestito con un indumento a un pezzo, chiuso al collo e ai polsi; le sue mani erano legate a quelle di due sperimentatori con nastri sigillati. Dopo numerose sedute che durarono due anni, 1922/1923, e durante le quali si udirono passi nella stanza, si videro luci e, con illuminazione rossa attenuata, materializzazione di figure umane e di una specie di scimmione, che andò in giro leccando le mani dei presenti, venne firmata da 34 personalità del mondo scientifico, artistico, letterario – il cosiddetto manifesto dei trentaquattro – una relazione che concludeva:” Affermiamo la nostra convinzione che i fenomeni ottenuti con Jan Guzyk non si possono spiegare con una allucinazione individuale o collettiva né con trucchi “.

   A proposito della medium Compton leggiamo, dallo stesso volume, pag. 754:

   Olcott, ad esempio, dopo aver legato strettamente le mani e i piedi della medium Compton, le passò due fili attraverso i fori dei lobi delle orecchie, annodandoli poi alla sedia e sigillando il nodo. Durante le materializzazioni che seguirono potè accertare che la medium era scomparsa dal gabinetto medianico, dove fu ritrovata perfettamente legata, compresi i legami che le attraversavano i lobi delle orecchie, alla fine della seduta.

   E ancora, dal volume “ Le Prime Manifestazioni Della Voce Diretta In Italia “, di E. Bozzano, pag. 107/108:

   “ La medium Mrs. Compton, fu chiusa nel piccolo gabinetto, e dei fili resistenti vennero passati attraverso i forellini esistenti nei lobi delle orecchie di lei. Tali fili furono assicurati saldamente alla spalliera della sedia, e i capi dei fili fissati con appositi sigilli. Subito dopo emerse dal gabinetto un esile fantasma materializzato. Il colonnello Olcott stava vicino alla bilancia, e la forma materializzata salì sulla piattaforma della medesima. Fu pesata due volte: la prima volta l’indice segnò 77 libbre inglesi, la seconda, ne segnò 59. Il colonnello Olcott era rimasto inteso con la medium ch’egli sarebbe entrato nel gabinetto allorchè il fantasma materializzato si trovava in mezzo al circolo; e così fece, ma la medium era sparita. Olcott tornò nel circolo, e pesò nuovamente il fantasma, che questa volta era disceso a 52 libbre. Dopo di che, il fantasma rientrò nel gabinetto, dal quale emersero altre forme materializzate.

   Il colonnello Olcott così prosegue:

   Entrai nuovamente nel gabinetto con una lanterna, e ritrovai la medium nella posizione in cui l’avevo collocata in principio, coi fili ed i sigilli intatti. Sedeva appoggiando la testa al muro, col volto pallidissimo, l’epidermide gelida e viscida, i globi degli occhi rovesciati all’indietro, per modo che si scorgeva soltanto la bianca cornea. Aveva la fronte madida di un sudore di morte; non respirava più, e le pulsazioni del cuore più non si sentivano ai polsi. Quando tutti gli sperimentatori ebbero esaminato i fili ed i sigilli, io li tagliai con le forbici, e trasportammo la medium in catalessi all’aria aperta. Giacque come morta per 18 minuti; poi la vita tornò lentamente in lei, fino a che la respirazione, il polso e la temperatura dell’epidermide divennero normali… Allora la posi sulla piattaforma della bilancia… Pesava 121 libbre…

   Per ultimo riporteremo lo stralcio di una seduta rilevato dall’ottimo volume di Silvio Ravaldini” Realtà e Mistero “.

   …Dall’inizio della prima materializzazione e fino a quel momento, tutta la fenomenologia si è svolta nell’oscurità completa. Improvvisamente il Musicista, girando la chiavetta dell’interruttore elettrico, accende la luce nella cucina. Le tende sono completamente aperte. Così è possibile vedere nitidamente l’altra stanza con l’entità completamente materializzata, vestita con abiti di foggia ottocentesca. Il Musicista era già stato osservato, come ho detto, in luce paranormale. E’ lo stesso uomo: persona anziana, vestita di scuro, con in testa un berretto simile ad un basco; capelli quasi bianchi, le basette si prolungano fin sotto il mento; sotto il colletto floscio della camicia spicca un grande fiocco, forse di colore blu.

   Il Musicista si trova alla sinistra del medium, il quale è sempre adagiato sulla poltrona in stato di trance completa. Il fantasma ha a portata di mano l’interruttore della luce che accende e spegne diverse volte, dicendo in tedesco “ Luce, luce “.

   Riprodurremo, ora, alcune foto dei vari controlli e attrezzi che venivano usati per verificare la genuinità dei fenomeni prodotti dai vari medium:

 

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